Cultura e tradizioni

La chiesa di San Pietro a Suelli

Una parrocchiale degna di nota quella che interessa la vicina cittadina di Suelli, nel cuore della Trexenta, dove ancora oggi è possibile scorgere i resti della gloria del passato

Nei pressi di Senorbì, a soli 3 chilometri di distanza, si arriva nel cuore della Trexenta, nel paese di Suelli, un importante centro abitato del passato, che ancora oggi annovera numerosi resti archeologici come monito della grandezza che fu.

Tra le numerose testimonianze degne di nota merita di essere citato il nuraghe Piscu che ancora oggi conserva integra una delle sue 4 torri; ma è la parrocchiale di San Pietro Apostolo che attira la nostra attenzione, per bellezza e storia passata.

La chiesa parrocchiale, già Cattedrale della Diocesi di Suelli soppressa nel XV secolo, è situata nel cuore dell’abitato cittadino, nei pressi del Santuario dedicato a San Giorgio, con il quale risulta essere comunicante attraverso un passaggio aperto nella sagrestia e nella cella inferiore del campanile stesso.

Seppur intitolata a San Pietro, il patrono della chiesa è ancora oggi San Giorgio, primo vescovo titolare di Suelli, regnante nel corso del XI secolo: poco si sa sulle origini di questa intitolazione ma certa è la prima menzione, risalente al 1121-1129, quando il vescovo di allora rese pubbliche le donazioni fatte dai privati a favore di ‘San Pietro di Suelli’.

Purtroppo l’edificio non è giunto integro sino a noi: quello che ancora oggi siamo in grado di vedere è il rifacimento di vari secoli tra cui il XIII secolo, fatto da maestranze toscane alle prime ‘armi’ con il tessuto territoriale sardo: fu, poi, nel XV secolo che la chiesa venne ristrutturata con la realizzazione delle cappelle laterali e l’elevazione del campanile.

Altri rifacimenti si ebbero nel 1869 ma ad oggi la chiesa risulta essere facilmente leggibile nel suo complesso, sebbene non si possa dire lo stesso della pianta, stravolta in diverse occasioni, che ancora oggi non è facile ricostruire nella sua interezza originaria.

Certa è la bellezza di una chiesa che ancora oggi testimonia la profonda devozione popolare della comunità che sin dall’epoca medievale volle edificare un tempio per incontrarsi e pregare insieme i suoi Santi protettori.

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